Fiorino Mud è un evento di bikepacking, lungo 400km, con 8000 metri di dislivello, attraverso le colline fiorentine, da Firenze a punta Ala, e ritorno. Un bikepacking piuttosto lite, perché l’evento è abbastanza veloce per esser fatto tutto d’un fiato. Nelle borse scelgo di mettere solo un impermeabile, dei manicotti e uno scaldacollo, e lasciare un bel po’ di spazio per del cibo, fondamentale per arrivare in fondo con delle energie. Le salite studiate teoricamente sembrano tutte abbastanza piacevoli, ed è per questo che la scelta dei rapporti cade su qualcosa di piuttosto veloce, 1x42t davanti, con una cassetta 10-50t dietro. Delle prolunghe aerodinamiche completano il set-up, magari non sono molto utili per un evento così veloce, però l’esperienza mi porta a optare per montarle comunque. La percentuale di sterrato rispetto a quella di strada è circa del 50%, per cui penso valga la pena di “godere” di quei momenti su asfalto per far riposare le mani e risparmiare un po’ di fatica con l’aerodinamica. I programmi iniziali sono di impiegare circa 28 ore per completare tutto il giro. 

UN'AVVENTURA TOSCANA IN BICI IN 24 ORE

Sabato mattina la sveglia suona alle 5.30. È già tutto pronto nel bungalow dove Gianluca, l’organizzatore di Fiorino Mud, nonché grande amico, ci ha gentilmente ospitato. Siamo in 3 a dormire, e le mattine della partenza sono sempre un po’ confusionali. Lo sono anche quando sono solo, figuriamoci in tre. Controllo più volte che la bici funzioni alla perfezione, e, senza badare troppo alle calorie, cerco di riempire lo stomaco con qualche carboidrato qua e là. La partenza è alle 07.00, e mezz’ora prima mi vesto. Indosso un intimo a maniche corte Traspira S3 (a maniche corte piuttosto che canottiera perché quando la notte porterà il freddo, e indosserò i manicotti, resterei con una parte di spalla scoperta, e quei pochi centimetri di pelle esposta so bene quanto possono essere scomodi),salopette Sterrato S4, con delle comode tasche sia sui fianchi che sulla schiena, maglia Popolarissima S3, super leggera e confortevole per giornate calde come quella che mi aspetta. Con me porto via anche uno smanicato Normandia_E, per quelle discese veloci in cui non è necessario vestirsi completamente. 

Controllo le luci, metto il casco, carico le borracce (porto con me 1,5l d’acqua, decisamente sufficienti se si sfruttano bene i punti di rifornimento e le fontane). Alle 06.45  mi presento alla partenza, per far due chiacchiere con gli amici che partono con me, e anche con lo staff, che durante questi due giorni farà dei sacrifici per far le foto e seguirci lungo il percorso. L’ambiente è caldo, fa sempre un gran piacere incontrare persone con passioni comuni, condividere questi momenti prima della partenza, percepire quel pizzico di tensione sui volti degli altri. Io anche ne porto un po’ con me, l’idea di passare più di un giorno intero in sella è inevitabilmente causa di pensieri e qualche preoccupazione. Per fortuna però è una tensione piacevole, che aumenta solo la mia voglia di partire: se da un lato so che saranno delle lunghe ore, dall’altro invece c’è da dire che è un evento corto per me. Si parte e si arriva, senza checkpoint, campeggi di emergenza in posti improbabili o scarsità di rifornimenti. 

SI PARTE! 

Di consueto, il ritmo dei primi km è sempre spezza-gambe. I primi vanno al massimo, cercano di staccarsi velocemente. Per fortuna conosco bene queste situazioni, e preferisco temporeggiare e godermi i paesaggi, li tengo a una distanza recuperabile, e aspetto che calino il ritmo, perché so che lo faranno. Dopo qualche ora in bici e i primi seri metri di dislivello passati, lungo il tracciato inizio un po’ alla volta a superare qualcuno del gruppetto di testa, fino ad averne solo due davanti. Mi fermo 30 secondi per riempire le borracce è proprio all’inizio della salita più lunga del percorso capisco che può essere un buon momento per provare ad alzare il passo. Lungo il dislivello supero il secondo, e alla fine della parte sterrata, sugli ultimi tornanti di strada prima della cima, mi sembra di vedere la testa.

Sono le 14 ormai, ed inizia ad esserci l’esigenza di un veloce stop per riempire le tasche di cibo. Proprio sulla cima ci dovrebbe essere un bar, il prossimo poi sarà tra 25km, per cui sarebbe un altro po' di attesa. Quando arrivo il locale mi sembra chiuso al primo sguardo, e poi non vedo nessuna bici parcheggiata. Scelgo di resistere ancora un po’ e continuare. La mia testa è convinta di essere ancora in inseguimento, ma in realtà il bar appena passato era aperto, e una bici parcheggiata c’era, quella di Filippo. Cerco di aumentare il passo ancora di più, provando quanto meno ad avvicinarmi al primo, mi fermo solo 3 minuti in un ristorante per comprare Coca Cola, un gelato e due panini, che divoro in bici mentre pedalo. La media in movimento delle prime 10 ore è piuttosto alta, più di 29 km/h, in cui è incluso quasi un km di camminata nel fango. 

Arrivato a Punta Ala faccio il primo vero stop per mangiare, riempire le tasche e le borracce, riposare un po’ le gambe e ripartire. 15 minuti dopo di me, arriva anche Filippo, e alla fine lasciamo Punta Ala più o meno insieme. Fino a poco dopo il tramonto pedaliamo uno di fianco all’altro, a un ritmo forsennato, entrambi stiamo molto bene. Alle 21 di sera circa siamo quasi arrivati a quello che l’organizzazione ci dice essere l’ultimo posto disponibile per mangiare, perché poi sarà troppo tardi e troveremo tutto chiuso. In questo momento io e Filippo scegliamo di patteggiare per un arrivo insieme: siamo ormai distanti dal terzo, e continuare a tenere questo passo durante la notte può diventare pericoloso, soprattutto in discesa. La notte passa piuttosto velocemente, riusciamo a chiacchierare un po’ e godere delle ultime salite al fresco. La mattina arriva presto e, insieme al sorgere del sole, taglio il traguardo qualche minuto prima delle 7 di mattina, giusto in tempo per la colazione al campeggio.

È stata una gara davvero entusiasmante, con paesaggi mozzafiato, terreni di tutti i tipi, tratti tecnici e soprattutto molte persone e amici con cui condividere questa passione per la bici. 

Mi sono divertito molto, grazie a Gianluca, l’organizzatore, a tutto lo staff di Fiorino Mud, e, non ultimi, a Bicycle Line per credere in quello che faccio.

Ci vediamo l’anno prossimo! 

Fabio Crosara Fiorino Mud 2023 Bicycle Line

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